giovedì, dicembre 22, 2005

Buon Natale.

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The Boy with Nails in his Eyes
Put up his Alluminium tree.
It looked pretty strange
Because he couldn't really see.


Tim Burton, Melancholy Death of Oyster Boy & Other stories.

lunedì, dicembre 12, 2005

Getting laid...

Vorrei che il mondo fuori fosse uguale al mondo dentro la mia testa. Purtroppo mi capitano giornate dove è lampante che la differenza sia abissale.

Nella mia mente appena ci vediamo il fiato comincia a mancare; un lungo sguardo, in silenzio, una specie di tremore agli arti e indecisione sul da farsi. E' forse la cosa migliore? Ci avviciniamo senza proferire una parola, gli occhi rimangono incollati su quelli dell'altro e cominciano a loro modo l'amplesso visivo. Ci agganciamo, ci baciamo ma è meglio dire ci mangiamo; la foga ci fa sbattere contro il muro, ingarbugliare i capelli. Attorno a noi non esiste niente e glielo leggo negli occhi che lui pensa esattamente le stesse cose. I vestiti non ce li togliamo ce li strappiamo direttamente, li sbattiamo per la stanza, sul lampadario, sul termosifone. Mentre sono sopra lo guardo; il viso sudato, gli occhi socchiusi, le labbra semiaperte in quella sua smorfia che mi fa impazzire. Le mani calde e rosse mi scostano i capelli dietro l'orecchio e lui mi guarda ancora in quella maniera e mi sussurra con la sua voce roca qualcosa che non riesco bene a capire ma che solo il suono mi fa ribaltare lo stomaco.

In realtà lui mi spoglia frettolosamente, si spoglia e spreca circa 15 minuti a piegare i propri vestiti e posarli sulla sedia perchè "il mio pavimento è pieno di polvere da fare schifo". Mi bacia con tanta di quella saliva che ho il sospetto mi voglia annegare e spalanca la bocca emettendo rumori tipici dei capodogli in pericolo di morte. Oltretutto il suo alito puzzolente di tequila e vodka non fa che sottolineare la romantica atmosfera della serata. Ogni alitata e mi giro all'insu' senza neanche darmi troppa briga di fingere interesse.
Mi afferra le tette e me le palpa come se stesse per plasmare un posacenere con il das, inutile ricordargli che il seno è una ghiandola e non una protuberanza gommosa creata al solo scopo di essere plasmata come argilla.
Che è arrapato lo si sente senza problema ma pare che voglia sottolinearmi la sua foga sbattendomi tra l'incavo dei due materassi del letto con il braccio girato di 180° nella posizione più scomoda che il corpo possa concedere di mettersi.
Quando è al culmine (vorrei far sottolineare la terza persona singolare) imita l'elefante spruzzando tutto sul mio copriletto appena uscito dalla lavatrice, se ne frega altamente di me e delle mie bestemmie e se ne va al cesso.

domenica, dicembre 11, 2005

C'è chi ha le nausee mattutine e chi ha le nausee da derby. Solo che nel primo caso hai qualcosa della quale gioire nel secondo quasi mai.

sabato, dicembre 03, 2005

My Sanctuary

Avete un posto preferito? Io ce l’ho. Non so se è proprio il mio posto preferito però è un luogo che mi tocca il cuore in qualche modo e non so bene trovare il motivo. Mi affascina per la decadenza che sprigiona, metro dopo metro.

Il posto si chiama Consonno.


Consonno era un piccolo borgo situato
ora in provincia di Lecco. Un normale paesino agricolo. Il suo destino fu però deciso durante l’epoca della speculazione edilizia da un Conte con una grande voglia di sperperare denaro e manie di grandezza. Decise di comprare il paese, cacciarne la gente e radere al suolo la sommità della collina. La sua idea era quella di costruire una specie di paese dei balocchi.

Un parco a tema forse. Locali, negozi, discoteche, hotel; tutto in stile orientale. Si comincia a costruire; l’albergo e i negozi in stile arabo sui quali trionfa un alto minareto, la discoteca, pagode e ponticelli cinesi, colonne greche (che poco centrano con lo stile orientale ma vabbè)… lungo la strada archi di ferro decantano le lodi del paese “Consonno il paese più piccolo e più bello del mondo” o “A Consonno si è sempre felici” e via dicendo.

La gente arriva, forse si diverte, forse lo trova bello, forse folle…

Ma qualcosa comincia a non andare, la strada per raggiungere il paese crolla, i materiali scadenti usati per costruire cominciano a cedere ed a poco a poco, struttura dopo struttura Consonno comincia a diventare una città dei balocchi fantasma.


E la decadenza prende piede. Gli archi sono arrugginiti, le lettere mancano o sono illeggibili. Dopo 30 anni la flora ha preso il sopravvento, i ponticelli cinesi sono pericolanti. La grande struttura araba è ancora piena zeppa di divani, letti, coperte, tutte alla moda dei tempi. Salendo per la stradina diroccata si trovano lampioni sradicati per terra, edifici distrutti.


Ed è questo che mi piace di questo posto. L’emozione che mi da questa atmosfera. Il contrasto della bruttezza e del fatiscente con il “paese più bello del mondo”. Trovare l’arte in queste cose forse è difficile, e son sicura che molti mi reputino pazza. Ma per me c’è ed è li. Un arte beffarda certo, un arte che racchiude da una parte l’esagerata follia umana e dall’altra la lenta ma costante rivincita naturale. Uno schiaffo per l’uomo ambizioso oltre ogni limite, uno schiaffo alla bellezza. L’altra faccia della medaglia; la bruttezza, la tristezza, la miseria. Edifici che urlano a gran voce “La felicità non sta più qui”, ora c’è solo terra, erba, mattoni caduti, famiglie che fanno pic nic primaverili sui prati circostanti, ragazzini che prendono a pallonate i lampioni per vederli cadere. E poi ci sono io; eterna affascinata delle cose labili. Eterna amante delle cose che deperiscono, delle ironie della vita. Ed ogni volta che percorro quella stradina tra i boschi e vedo scorgere a distanza la punta del minareto mi si stringe lo stomaco. Perché quello è il mio santuario. Ci sono posti che per alcune persone fungono da santuario. Di estetica, di bellezza, di emozioni contrastanti anche di indifferenza perché no. Come può un posto così essere bello? Non riesco a spiegarlo, o forse non lo so. Ma la misticità è data forse anche da questa confusione che mi trasmette… Consonno il luogo dei contadini sfrattati, il luogo di divertimento dove i miei genitori passarono i loro primi mesi insieme e ora luogo che decade, mattone dopo mattone, guardato con distacco dagli unici residenti: un gruppo di vecchi di una casa di riposo, che sorvegliano placidamente quello che un tempo fu e forse non è mai esistito davvero.



Nelle foto; il minareto ed un ponticello cinese su uno stagno. Foto prese da www.consonno.it
Se vi interessa avere altre informazioni visitate il sito qui sopra.

venerdì, novembre 18, 2005

Paradise is gone.

Con l'avvicinarsi del Natale cominciano le pacchianate cristiane. La prima è la benedizione delle case. Per qualche strano motivo ogni volta che un prete viene in casa mia a benedire succede qualche disastro tipo il presepe che cede sotto ai suoi occhi o io che mi metto a ridere durante la preghiera. Ormai la nostra casa è stata bollata con il marchio X. Eppure tornano sempre.
Quest'anno è stato peggio del solito. Anzitutto devo premettere che ho fatto di tutto per non farmi trovare in casa, purtroppo mi han preso in contropiede. Il prete è nuovo e probabilmente non sa della maledizione caduta su casa nostra, arriva con mia nonna al seguito e insiste sul fatto che dobbiamo tutti insieme (strascicando bene la parola insieeeemeeee) dire la preghierina. Ovviamente me ne sto zitta per principio e lui se ne accorge... si ferma un secondo mi guarda e mi chiede "Perchè lei non recita insieme a noi?" a quel punto nonostante lo sguardo fulminante di mia nonna (a proposito ma che diavolo ci fa mia nonna in casa mia?) rispondo pacificamente con la verità "Mi scusi ma non sono religiosa". Se fossimo nel medioevo sarebbero accorsi istantaneamente omini con legna e fiaccole pronti per incenerirmi, fortunatamente siamo nel caro 21esimo secolo e le uniche conseguenze sono mia madre che implora pietà verso il prete con sguardo da "la perdoni non sa quel che dice" e infarto multiplo per il parroco e la nonna.
Del resto le cose che mi fan girare le palle sono due. La prima è perchè diavolo i preti (sopratutto nei paesini come il mio) son convinti che tutti debbano essere cattolici o religiosi. Nonostante l'italia sia un paese in maggioranza di religiosi o finti tali questo non vuol dire che perforza tutti debbano esserlo.
La seconda cosa è che invece di apprezzare la mia sincerità mi prendono per una eretica. Sopratutto mi fa incazzare mia madre che è una classica religiosa saltuaria che va a messa solo a Natale e l'ultima volta che ha pregato è stato per Papa Giovanni Paolo e la volta prima ancora probabilmente per Lady Diana. E si permette di guardare male me. Preferisco mille volte fami cazziare da un prete che fare quella che fa il minimo indispensabile per assicurarsi un posto in paradiso. Che bella smerdata quando si accorgera' che non esiste un tubo.

martedì, novembre 15, 2005

Deliri vari

1. I'm a Veronica Mars freak! Seriamente non riesco più a staccarmene... e menomale che l'influenza terribile che mi son presa mi è venuta in contro permettendomi di guardare ininterrottamente approssimativamente 30 puntate in 5 giorni. Poi insomma giocano a Fable, nominano l'alpaca, guardano Big Lebowsky, Charisma Carpenter fa il puttanone (!), Joss Whedon mi fa una chicca come attore e prossimamente la cara Lucy Lawless farà un agente dell'FBI! Inoltre posso accanirmi su una storia d'amore difficile e tormentata (i Geeks mi hanno un po' rotto) e perdermi ore preziose in speculazioni! Veronica Mars è il nuovo "modo-migliore-per-perdere-tempo-invece-di-fare-cose-utili" del mese.



2. Stanotte ho sognato cose assurde; ero in banca durante una rapina ed il rapinatore mi ha sparato con il suo cellulare colpendomi nel petto e l'ultima cosa che ho pensato prima di morire è stata "cazzo tra tutta questa gente guarda se proprio me doveva far fuori". Poi ho sognato anche che il figlio di Tom Cruise e Katie Holmes era una specie di mostro con le sopraciglia grosse quanto il Kazakistan e una non troppo vaga somiglianza a Diego Armando Maradona.

3. Maniaci di The Sims come la sottoscritta? Dovete assolutamente scaricarvi questo telefilm fatto con il movie maker di The Sims 2. E' FANTASTICO. E' talmente stupido che potrebbe perfettamente essere geniale.
- My name is Darnt dude
- Darnt Dude?
- Nooooo Darnt .... dude.

giovedì, novembre 10, 2005

Piove.

Non è la prima volta che la pioggia cade. Ne sarà l'ultima. Però è la prima volta che la sento schiaffeggiarmi le guance e ferirmi l'anima. Rimanere qui sul ciglio della strada mentre l'acqua mi punisce come se avesse una frusta può essere vista come una sorta di autoflagellazione. Se la gente mi perdona così facilmente non è detto che io stessa debba essere così morbida. Quello che ho fatto mi fa schifo e spero che l'acqua sciolga tutto lo schifo e che sciolto sgorghi fuori dalla mia anima malata e che infine trovi pace mescolandosi alla sporca pioggia che tormentosa scorre ai lati delle strade diroccate di questa città grigia e buia.
"Una ragazza non può essere sempre perdonata" già mamma, lo so.
Quattro Taxi mi son passati davanti a passo d'uomo aspettando un solo mio cenno per fermarsi e portarmi al riparo, li ho fatti passare tutti e quattro convinta che non fosse ancora l'ora per me di tornarmene all'asciutto. E se prendo una polmonite tanto meglio. Suscitare pietà è sempre stato il modo più veloce che mi fosse venuto in mente per fare pace con la gente, e infondo pace anche con me stessa. Come al solito solo tempo dopo mi rendo conto che razza di comportamento nauseabondo ho. Probabilmente per me è troppo difficile costruire un rapporto normale. Cerco disperatamente la normalità perchè quello che faccio è proiettare i mostri che ho nel cervello anche nella realtà.
Tradire qualcuno.
Qualche ora fa c'era il sole. Qualche ora fa questa città sembrava quasi un posto decente dove vivere. Qualche ora fa io ho tradito qualcuno. E non un qualcuno qualsiasi, bensì un qualcuno del quale mi fregava molto.
E ora aspetto la mia condanna. Aspetto che la terra mi condanni usando le proprie forze scavandomi buchi nella carne e facendomi corrodere qui, su questo marciapiede sgangerato di questa strada sudicia di questa città maledetta.

venerdì, novembre 04, 2005

And you're leaving again.


Walked away, hear them say
"Poison hearts will never change"
walk away again.
Turned away in disgrace,
felt the chill upon my face cooling from within.
The Leaving Song - AFI


giovedì, novembre 03, 2005

In volo.

L'aereo mi fa stare male. Lo odio. Ne ho una paura fottuta. Un aereo che puzza di bacon alle 6 e mezza di mattina poi è quanto di piu' terribile possa immaginare. La prossima volta che decidiamo di prendere una compagnia inglese per volare vediamo di ricordarci che di mattina ti passano pane e bacon fritti. In pratica prendono un panino ci mettono del bacon ed insieme li sbattono nella friggitrice... lasciano i panini per settimane nella stiva e quando sei a bordo te li scaldano col microonde. Ah quanto mi manca la cara Air Lingus con le sue patate e maionese.

Luke divora il suo panino, i nostri e quelli degli altri passeggeri come se niente fosse, avrà lo stomaco fritto prima di sorvolare cielo inglese. Io tento di non pensare a quando cadremo nella manica e verremo divorati dai pescecani francesi parlando con Polly del più e del meno. L'aereo è quasi vuoto e Luke prova tutti i sedili esistenti sperando di trovare quello più comodo. Non è poi tutto questo problema volare se non si beccano perturbazioni no? Riesco persino a guardare giù e rimanere incantata dalla vista della Alpi innevate, peccato aver lasciato la macchina fotografica nella mia valigia da 19kg e mezzo.

E gia' la mia valigia pesa 19 kg e mezzo... e quella di Polly ha un peso di poco superiore alla mia. Del resto non si sa mai che tempo faccia a Londra no? Dobbiamo essere preparare a tutto. Luke invece credo abbia uno zaino della Seven del peso di 500 grammi se tutto va bene. Il problema di fondo è trasportare le enormi valigie fino all'albergo e 4 giorni dopo rifare la strada a ritroso. Ma non importa perchè è giù tanto se arriviamo vivi. Non mi sento mai particolarmente ottimista quando i miei piedi sono sospesi in aria a mille miglia di altezza.

Un tizio ben vestito seduto nell'opposta fila mi fa dei cenni. Classico tizio che vola sempre per lavoro, ben vestito giacca e cravatta, stamattina si è fatto il suo solito bagno nel dopobarba, ventiquattrore nello scomparto superiore, quotidiano sottobraccio e, cosa che piu' in assoluto odio al mondo nelle persone, capacita' di addormentarsi all'istante appena saliti su un aeroplano. Mi fa cenno con la mano di avvicinarsi a lui, lo guardo e mi indica il maglione che avevo appoggiato sul sedile vuoto accanto al mio. Chiede se lo può avere; mi coglie piuttosto impreparata ad essere sincera perchè non riesco a trovare un solo motivo per il quale uno sconosciuto debba volere il mio maglione nero. Lo prendo in mano e con faccia interrogativa chiedo se avevo capito bene; vuole davvero il mio maglione? Lui dice "si. si" di non preoccuparmi che me lo ridara' appena atterrati, se lo prende, lo appallottola e se lo mette sotto la testa addormentandosi come se fosse un fottuto cuscino. Allibita lo guardo mi giro verso Polly che sta evidentemente avendo convulsioni provocate dal riso e Luke che comincia a chiedere in giro vestiti per farsi una coperta. Per circa un ora questo strano tizio ha usato il MIO MAGLIONE come un fottuto cuscino, ci ha starnutito sopra un paio di volte e, se la vista nn mi inganna si è anche semi soffiato il naso come se fosse uno straccio. Uno straccio di SUA proprietà. Mentre stiamo per atterrare e io sono impegnata nel mio training autogeno il tizio mi tocca dentro e mi lancia una palla sgualcita che immagino una volta dovesse essere l'indumento prediletto chiedendomi se volevo per caso che me lo portasse in lavanderia, per carità non so se lo rivedrei piu'; mi tengo il maglione sgualcito puzzolente di Axe Africa.

Ma tutto questo ora non ha piu' importanza perchè siamo arrivati. Piove, ci sono le nuvole, tutto è grigio e da lontano lo vedo; Heathrow. E ci siamo, ancora una volta ci siamo. London Baby.

venerdì, ottobre 28, 2005

Un pollo ci sotterrerà.

L'aviaria fara' impazzire tutte le persone che ho vicino. E mi sta sul cazzo come stanno trattando l'argomento. Settimana scorsa su tgcom sembrava che non avessimo piu' scampo, persino Studio Aperto (e dico STUDIO APERTO mica un tg qualsiasi) era quasi rassicurante al confronto.
Corsa frenetica all'informazione , le file dal dottore per farsi almeno fare l'anti influenzale, Ben che cerca disperatamente qualcuno che lo rassicuri mentre con una mano gia' cerca nell'elenco alla voce " panic room" dicendomi con voce sommessa - è la peste - . Insomma, ammetto lui è decisamente un tipo che esagera su tutto, però mi chiedo se sarebbe stata la stessa cosa se qualcuno ci fosse andato più con i piedi di piombo. Il fatto è che non tutti riescono a prendere con calma queste notizie scindendo il sensazionalismo e l'allarmismo.
Ben è uno ma quanti ce ne sono?
Sacrifici di animali da compagnia (mia mamma vuole far fuori i nostri pappagalli ma credo stia adottando la scusa dell'aviaria solo perchè rompono troppo), sacrifici alimentari ("Non mi vedrai mai più mangiare un pollo"), allerte per nuovi aggiornamenti, Dove sara' ora il virus? In quale nazione si trova? A che velocità supersonica si sta avvicinando a noi per sterminare il paese?
E dopo tutto, la cosa più triste è che anche questo è uno dei tanti modi in cui la terra ci sta informando di quanto si sia rotta le palle di avere abitanti come noi.
C'e' gente che mi fa stare bene e gente che mi fa stare male, non per quello che fanno ma solo per quello che sono. E c'e' gente che se ne va... e non posso fermarli, ma c'è anche gente che arriva o torna. C'e' gente che vorrei far ragionare ma non ascoltano nessun minimo consiglio e c'è gente che dipende da me e da quello che gli dico. Tutti bene o male hanno un influsso su di me e su quello che divento/sono diventata... c'è gente che mi annoia a morte e gente che riscopro dopo tanto e guardo sotto una luce nuova. C'e' gente che vive di una freschezza e naturalezza disarmante in tutte le cose che fa e gente che giustifica tutto come fosse sotto accusa. C'è gente che mi fa innamorare e gente che con uguale rapidita' mi fa disinnamorare. C'è gente che conosco da sempre e che a volte mi sembra sconosciuta. C'è gente che mi fa sognare e altra che spesso mi riporta alla realtà. E io sono una grande testa di cazzo che parla poco con la gente e troppo con se stessa.

martedì, ottobre 18, 2005

I just bought to say I love you

Quando le regole della casa sono ferree bisogna ingegnarsi in modi per aggirarle. Essendo una figlia modello non ho particolari regole da seguire. Tranne su una cosa: i vestiti. Nonostante i soldi che spendo in vestiti siano miei quindi in teoria dovrei gestirmeli io senza dare conto a mia madre, pare che la sua posizione autoritaria mi incuta ancora un certo timore grazie al quale ogni volta che vado a fare shopping non riesco a tornare sorridente a casa e mostrare tranquillamente le merci acquistate. Anche perchè il 90% delle volte sono troppe e troppo costose.
Per eludere la sorveglianza si adottano diversi metodi da me sperimentati nel corso degli anni e funzionanti almeno con mia madre:
1) Entrare in casa, scappare in camera e gettare tutto quello che si è comprato nell'armadio, indossare i vestiti comprati poco alla volta come se niente fosse e alla domanda "Ma quando l'hai comprato??" rispondere "Ce l'ho da una vita!"
1a) Volendo si può anche mettere parte della refurtiva nell'armadio e parte farla vedere, ma solo quando la madre ha ancora un certo margine di accondiscendenza.
2) Gettare tutto nell'armadio e assicurarsi di indossare i tali indumenti sotto una giacca, un maglione o quando vostra madre non è in casa (il padre non vale perchè non nota queste cose e capita a volte che ti chiede quando hai comprato un paio di scarpe che invece tu hai da 3 anni).
3) Togliere tutti i cartellini coi prezzi (in realta' questa cosa la faccio lo stesso anche nel caso della soluzione 1a, amo affiancare le varie soluzioni) e vantarsi con la madre di quanto si è brave negli affari, di che meravigliosi saldi che c'erano sulle Onitsuka Tiger (che tra l'altro nn ho MAI visto in saldo in vita mia ma mamma che ne sa?), di quanto poco si è pagato le vostre cose.
4) Fingere che le cose acquistate vi siano state regalate dal vostro ragazzo o dalla vostra ragazza. Ovviamente servono degli accorgimenti per questo punto. Dovete almeno essere uscite con lui/lei a fare acquisti e se non è cosi' nascondere per qualche giorno i capi nel nostro fidato armadio per poi tirarli fuori al momento opportuno.

lunedì, ottobre 17, 2005

Juke Box

Canzoni che sento a ripetizione ultimamente:

- James Blunt - You're beautiful ... si lo so è blasonatissima ma ha quel non so che. E basta. Oltretutto mi fa un po' tornare in mente quindicenni momenti quando non potevi avere mai quello che volevi. Almeno per me povera sfigata era cosi'. I saw your face in a crowded place, and I don't know what to do. 'Cause I'll never be with you.

-
Imogen Heap - Hide and Seek ... mi sembra di essere nel paese delle fate. Non lo so perchè. Ha qualcosa di surreale e lirico. "If my heart could write songs they'd sound like this" (cit.) Where are we? What the hell is going on? The dust has just began to form Crop Cirles in the carpet.

-
The Shins - New Slang ... Scrubs è una delle mie fonti di canzoni predilette. E non smettero' mai di ringraziare Zach Braff per avermela fatta scoprire. Che dire di questa canzone? Quando si dice colonna sonora di una vita, di una persona, a volte non si capisce bene. Ma nel momento in cui l'ascolto, capisco perfettamente. I'm looking in on the good life I might be doomed never to find. Without a trust or flaming fields am I too dumb to refine?


venerdì, ottobre 14, 2005

Ding Dong the witch is dead.

Eh si. Morta e sepolta. Cari ragazzi inutile rallegrarsi, the wicked old witch at last is dead.
Una volta forse era una cosa che poteva rendere felici i bambini, ma ora non so. Si rompe questo, si rompe quell'altro; una crepa qua una la... e alla fine si cade in mille pezzi.

giovedì, ottobre 13, 2005

I'm working on sunshine.

Impiegato Adecco (anni 30 portati male) : "Signorina, lei deve capire di non avere alcuna possibilità di trovare lavoro. Non voglio demoralizzarla ma difficilmente riusciremo a trovare qualcosa per lei. Deve capire che il lavoro part time è un privilegio!"
Io: "Cosa vuole farci, sono una ragazza viziata che ama i privilegi. Viziata e viziosa"

La mia ricerca di un lavoro si fa sempre piu' difficile. Non lavoro da luglio e il mio conto in banca comincia a risentirne. Sono piuttosto schizzinosa devo ammetterlo. Svegliarmi presto la mattina non mi va, lavorare di sera come facevo prima nemmeno (ho troppi impegni serali; la piscina, lo yoga, gli amici, stare a casa a guardarmi tvshows in arretrato) quindi mi rimane di pomeriggio e non so proprio dove trovero' un posto che mi faccia lavorare al pomeriggio. Dopo quel che ha detto il signor Adecco credo proprio che dovro' almeno aprire la mia mente verso il lavoro mattutino. Se qualcuno vuole offrirmi un lavoro sono ben propensa!

mercoledì, ottobre 12, 2005

Johnny


Io amo quest'uomo. Amo il suo bagaglio di 1300 facce diverse. Amo la sua mutabilità. Amo la sua ironia. Lo amo quando fa facce ridicole. Lo amo quando è serio. Anche quando ha uno stupido taglio di capelli. Talmente grande che si capisce essere una spanna sopra tutti gli altri anche quando viene doppiato. Ancora un mesetto e potrò gustarmelo in originale.

Chewingum is really gross, Chewingum I hate the most.

lunedì, ottobre 03, 2005

Pieces of Comics

Amo quest'uomo

Berlusconi, la sociologia, lo studio.

La notizia della povera signora affetta da amnesia che ricorda solo Berlusconi ormai è di dominio pubblico. Questo è l'effetto del martellamento mediatico su noi poveri cittadini.

Parallelamente visto il martellamento sociologico che sto avendo nell'ultima settimana; probabilmente nemmeno paragonabile a Berlusconi sulla base di costanza, interferenza, pallosità, si può tranquillamente dedurre che se mi cadesse un masso in testa e diventassi improvvisamente affetta da amnesia io stessa l'unica cosa della quale mi ricorderei sarebbe senz'altro Focault.
... scommetto che la signora farebbe volentieri a cambio ...

Avete mai studiato fino al punto di aver voglia di vomitare?

venerdì, settembre 30, 2005

nella mente

un omino che corre, un profumo di pesca, una canzone, gold teeth and a curse for this town were all in my mouth, pop corn al caramello, vita felice in irlanda, birra di frumento, dialoghi strani, "ma quando mi prenderai, dev'essere solo me che prendi. e quando mi stringerai, dev'essere a me che pensi", kill bill, un divano, un cellulare nuovo, un problema con le donne, una sigaretta accesa, un pizzicotto, una pizza ai quattro formaggi, dei tubi colorati.

Perchè mi innamoro sempre?

mercoledì, settembre 28, 2005

Mi sono rotta di fare la brava. Voglio fare la cattiva ed esserne fiera.
Andrò ad uccidere una mosca per ridere del mio sadismo.

lunedì, settembre 26, 2005

Verità

L'orgasmo è un veloce momento di pura verità. Puoi mentire a te stessa quanto vuoi, ma durante quel momento... te ne rendi conto.

martedì, settembre 20, 2005

Free Talk

Direi che è l'ora di un bel free talk, dove io scriverò le cose che mi passano per la testa e dove voi (voi?) vi perderete nell'immensità del mio stream of consciousness, o qualcosa di molto simile.
Ieri levataccia inutile, come se già non fosse difficile per me alzarmi quando il sole ancora non appare all'orizzonte, non so se ho qualche malattia del dormiente ma non concepisco proprio l'alzarmi presto. Sarà per questo che sono portata per i lavori serali? Preferisco lavorare fino alle 2 piuttosto che alzarmi alle 7. Vabbè è un'altra cosa terribile che dovrò affrontare prima o poi quando mi deciderò a diventare grande. Si puo' non essere diventati ancora grandi a 25 anni? Non dico adulti pieni di responsabilità e cose simili, dico proprio almeno un po' grandi. Per quanto mi crogiolerò nell'inettitudine eterna con la paura di vivere la mia vita senza nascondermi nel mio cavolo di mondo che per inciso NON ESISTE. Wake up.
Mi fa cosi' schifo il mondo la fuori? Probabile. Altrimenti non vedo alcuna ragione per essere cosi' attaccata a quello che c'è dentro la mia testa, a quello che ho intorno. La mia paura che fuori sia sempre troppo piu' brutto di quello che invece mi immagino io. Che le cose belle esistono solo quando sono finte. Fittizie.
Le cose belle esistono solo nei film. Questa è la mia idea della realtà. La realtà è una stenuante attesa di qualcosa che succeda. Com'è pessimista il mio modo di vedere, me ne rendo conto solo ora leggendolo nero su bianco. La vita non è come me la immagino, la mia idea di vita non sarà mai realizzata. Allora eccomi qui che fuggo e mi nascondo e mi perdo dentro le vite altrui. Perchè finchè nessuno viene a prendermi a botte e mi fa VERAMENTE svegliare io è qua che rimango. Ancorata in un disegno da adolescente dal quale non riesco proprio a staccarmi.
Mi butto a capofitto in tutto quello che è simulacro. Incoscientemente dico tra me "se non posso averlo io, almeno mi faccio spettatrice". Fuggo e mi nascondo nei simulacri che mi si parano davanti, alimento il mio cervello di fantasie, mi nutro di falsità. Così, per almeno un momento, almeno nella mia testa, sono soddisfatta.
Credo di avere avuto una sorta di epifania.

domenica, settembre 18, 2005

Oh great. Il mio primo commento, apro ed è spam. Andiamo bene.

sabato, settembre 17, 2005

Studio

Ecco come si presenta la mia scrivania:
- 4 tazze di cappuccino vuote
- 1 Ipod impolverato che si carica ormai da 10 giorni
- Una montagna di fazzoletti di carta usati
- Medicinali vari
- Una efficacissima crema antipancia
- Un ventaglio di Hello Kitty (ma che ci fa qua?)
- Cuffie, telecomando dello stereo, macchina fotografica, dvd in una pila che sta per cedere
- Penne, trattopen, pennarelli, evidenziatori
- Polvere ed un casino di libri
- In un angolino remoto tentando di farsi spazio tra le cose inutili ecco che appare finalmente l'unica cosa che mi serve: il libro di teologia, che sia dannato.

Il caos della mia scrivania non fa che proiettare in realtà il caos della mia mente. Non ricordo assolutamente una cosa di quelle "studiate" nelle ultime due ore.
Il mio cervello invece di concentrarsi vagava principalmente su tre punti fondamentali : 1) Cazzo sono ammalata non riesco ad andare alla festa stasera, studio di merda e sicuramente lunedi' mattina non ho piu' niente e sono costretta ad andare a dare lo stesso questo esame 2) Quanti kili mancano prima che possa ricominciare a mangiare cose condite? Cioccolato, una torta, uhmmm dovrei avere dei biscotti in cucina, pizza, da quanto non mangio una pizza? Mi basterebbe anche solo avere del sale sulla bistecca. 3) Bene allora per questa stagione televisiva seguirò Gilmore Girls, Desperate Housewives, Alias, Lost, Joey, Scrubs se c'è ancora, One Tree Hill, CSI e probabilmente Supernatural per vedere se è carino... need to get a life?

venerdì, settembre 16, 2005

You HAVE to start living.

Why don't you just wake up?

giovedì, settembre 15, 2005

Occhi

Menomale che c'erano i tuoi occhi blu ieri sera che mi hanno salvato da una tremenda serata piena di gente fotocopia, vuota, arida, vestita Guru.

Altri occhi che amo:


mercoledì, settembre 14, 2005

Farsi attraversare la strada da un gatto nero: tot anni di sfiga?
Stirarne uno mentre si curva all'una di notte? Fate voi.

Intanto ci son rimasta male.

Ma tornando a casa mi sono convinta che il gatto appena appena ammaccato si sia trascinato a fatica verso la casa di una povera vecchia, la quale gli ha dedicato amorevoli cure fino a riabilitarlo del tutto. Così col mio gesto ho ridato gioia di vivere a due esseri viventi.

Ma il gatto nero sarà morto sicuramente.

Insegnamo ai gatti ad attraversare.
Ma allora è vero che i blog mi odiano a morte.

martedì, settembre 13, 2005

Internet sta diventando un mondo pieno di divieti.
E' ora di smetterla con queste condizioni.
Non voglio stare a nessuna condizione.
Il martedì non è un buon giorno per iniziare un blog.
Un blog scritto da me iniziera' e morira' in una settimana.
Forse due.
Welcome to the raise and fall... again.

Mi scazza avere il template uguale agli altri. Qualcuno me ne fa uno per simpatia? No eh?